Alla scoperta del "Cammino di Santiago siciliano"
Lungo l’asse Agrigento-Palermo passa la “Magna via
Francigena”, solcata per millenni da pellegrini e viaggiatori in età
bizantina, islamica e alto medievale.
Il nome del cammino deriva da un diploma normanno del 1096, scritto in greco, di cui si è conservata anche una traduzione latina, “magna via francigena castronobi”: una via ‘francese’ (francigenam), magnam per importanza e grandezza.
Possiamo definirlo una specie di Cammino di Santiago siciliano lungo 160 chilometri, che congiunge la Balarm araba alla rocca di Agrigento, lungo antiche vie storiche e meravigliosi paesaggi. Il percorso è diviso in otto frazioni da 20-25 km ciascuna, per venire incontro a chi non se la sente di percorrerlo interamente. Promosso dal comune di Castronovo di Sicilia e dal partenariato diffuso di 13 Comuni, dalla diocesi di Agrigento e con il supporto dall’associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia, gode anche del sostegno del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e dall’Assessorato al Turismo, sport e spettacolo della Regione Siciliana.
I tredici comuni che hanno aderito all’iniziativa, promettendo di accogliere i futuri “pellegrini”, sono: Castronovo di Sicilia (Pa), che ha promosso il progetto, Agrigento, Cammarata (Ag), Comitini (Ag), Grotte (Ag), Joppolo Giancaxio (Ag), San Giovanni Gemini (Ag), Racalmuto (Ag), Campofranco (Cl), Sutera (Cl), Milena (Cl), Prizzi (Pa), Santa Cristina Gela (Pa).
La rete della Magna Via Francigena permette di scegliere tra:
- l’accoglienza pellegrina, organizzata da parrocchie o associazioni sensibili ai temi del cammino, che spesso mettono a disposizione i propri spazi con una semplice offerta libera,;
- di pernottare nelle case dei paesi , dove i privati aprono le porte delle proprie abitazioni con un prezzo modesto;
- di usufruire degli ostelli della gioventù o dei bed and breakfast;
- di usufruire di agriturismi e hotel, per chi non vuole rinunciare ai servizi e alle comodità.
Il nome del cammino deriva da un diploma normanno del 1096, scritto in greco, di cui si è conservata anche una traduzione latina, “magna via francigena castronobi”: una via ‘francese’ (francigenam), magnam per importanza e grandezza.
Possiamo definirlo una specie di Cammino di Santiago siciliano lungo 160 chilometri, che congiunge la Balarm araba alla rocca di Agrigento, lungo antiche vie storiche e meravigliosi paesaggi. Il percorso è diviso in otto frazioni da 20-25 km ciascuna, per venire incontro a chi non se la sente di percorrerlo interamente. Promosso dal comune di Castronovo di Sicilia e dal partenariato diffuso di 13 Comuni, dalla diocesi di Agrigento e con il supporto dall’associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia, gode anche del sostegno del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e dall’Assessorato al Turismo, sport e spettacolo della Regione Siciliana.
I tredici comuni che hanno aderito all’iniziativa, promettendo di accogliere i futuri “pellegrini”, sono: Castronovo di Sicilia (Pa), che ha promosso il progetto, Agrigento, Cammarata (Ag), Comitini (Ag), Grotte (Ag), Joppolo Giancaxio (Ag), San Giovanni Gemini (Ag), Racalmuto (Ag), Campofranco (Cl), Sutera (Cl), Milena (Cl), Prizzi (Pa), Santa Cristina Gela (Pa).
La rete della Magna Via Francigena permette di scegliere tra:
- l’accoglienza pellegrina, organizzata da parrocchie o associazioni sensibili ai temi del cammino, che spesso mettono a disposizione i propri spazi con una semplice offerta libera,;
- di pernottare nelle case dei paesi , dove i privati aprono le porte delle proprie abitazioni con un prezzo modesto;
- di usufruire degli ostelli della gioventù o dei bed and breakfast;
- di usufruire di agriturismi e hotel, per chi non vuole rinunciare ai servizi e alle comodità.
Non lo conoscevo, fantastico
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